Ulrich ERBEN- a cura di Alberto RIGONI e Riccardo ZELATORE – Ufficio Stampa Cristina Pariset
Press Preview: Giovedì 14 marzo 2013 – ore 17.00
Saranno presenti l’artista, Riccardo ZELATORE, direttore della Fondazione Zappettini e curatore della mostra, Alberto RIGONI, curatore della mostra
COMUNICATO STAMPA – Giovedì 14 marzo 2013 – ore 18.00 – Milano, via Nerino 3
inaugurazione della mostra
Ulrich ERBEN, tra i principali esponenti della Pittura Analitica negli anni Settanta, sarà protagonista della prossima mostra in programma alla Fondazione Zappettini. La personale sarà inaugurata giovedì 14 marzo (ore 17.30) nella sede milanese di via Nerino 3, e sarà visitabile fino al 30 aprile.
La personale proporrà i celebri monocromi di grandi dimensioni che hanno contraddistinto l’opera del maestro tedesco fin dagli esordi, opere che lo hanno portato alla ribalta nazionale prima e internazionale poi, e che sono state esposte in importanti collettive dedicate all’astrazione pittorica. La mostra sarà anche l’occasione di confrontare i lavori storici con opere più recenti e confermare la coerenza di un artista sempre concentrato sulle problematiche del colore, della geometria e del linguaggio della pittura.
«Il progetto di questa mostra – spiega Riccardo ZELATORE, Direttore della Fondazione – nasce come un doveroso omaggio a un pittore che ha giocato un ruolo di primaria importanza nella nascita e nello sviluppo della Pittura Analitica negli anni Settanta e comunque della ricerca pittorica più in generale. Ma è soprattutto l’occasione per capire quanto della sua lezione contribuisca ad aggiungere significato al quotidiano lavoro dell’artista: un quadro di Ulrich ERBEN è al contempo storia e avanguardia, geometria e colore, classicità e sperimentalismo, un ventaglio di possibilità che lo spettatore è inviato a indagare».
La mostra è accompagnata da un catalogo a colori con un testo dei curatori Continua a leggere
Marta Dell’Angelo Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti – Ufficio Stampa Cristina Pariset -La Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti inaugura la mostra personale dell’artista Marta Dell’Angelo – sabato 23 marzo 2013, per proseguire fino al 26 maggio – con un progetto appositamente pensato per questa occasione. Un gruppo di dipinti allestiti al primo piano sarà in dialogo con la performance E arrivarono…, che avrà luogo nello spazio principale al piano terra e che sarà realizzata insieme a un gruppo di donne di Camogli. In questo modo emerge il legame tra la visione pittorica al secondo piano dell’edificio e l’aspetto performativo che sta alla base dell’osservazione dalla quale l’artista trae i soggetti dei suoi quadri.
Marta dell’Angelo, Applauso, olio su tela, 40x 29 cm, 2010
Marta dell’Angelo fin dall’inizio ha messo al centro della propria ricerca il corpo umano. Ha dipinto moltissimi quadri con figure reali, dai colori nitidi, forti, dai profili netti, con campiture levigate, a volte luminose, a volte ombrose. Figure tagliate in modi arbitrari che pongono al centro un’indagine sulle posture, sulla tensione dei muscoli, sullo sforzo, l’estensione, sulla quotidianità complessa della “macchina” entro cui viviamo. Il fondo è monocromo, vuoto, non c’è paesaggio. E’ un piano, piatto, un luogo sconfinato e indescrivibile. Il corpo e le sue infinite emozioni è ciò che ha portato Marta Dell’Angelo a pubblicare un libro, “Manuale della figura umana” e ad accostarsi alle neuro-scienze. > Continua a leggere
Cristina Pariset news e comunicati – La Fondazione Marconi ha il piacere di annunciare la mostra Mimmo Rotella. “Retro-d’affiche” che presenta una selezione di circa trenta opere retro-dècollage dell’artista. Agli inizi degli anni ’50, Mimmo Rotella dopo esperienze artistiche di vario genere, approda al collage, tecnica che gli permette di sperimentare e soprattutto di abbandonare quella pittura tradizionale che sentiva così lontana ed estranea al suo sentire. E’ in quel periodo che Rotella rimane colpito dai manifesti affissi sui muri di Piazza del Popolo a Roma e comincia ad appropriarsene: Rimasi impressionato dai muri tappezzati di manifesti lacerati. Mi affascinavano letteralmente, anche perché pensavo allora che la pittura era finita e che bisognava scoprire qualcosa di nuovo, di vivo e di attuale. Sicchè la sera cominciavo a lacerare questi manifesti, a strapparli, dai muri, e li portavo in studio, componendoli o lasciandoli tali e quali erano, tali e quali li vedevo. Ecco come è nato il “décollage”.
L’artista strappa i manifesti dai muri e li riporta direttamente sulla tela, una volta incollati sul supporto questi vengono nuovamente lavorati dall’autore. Le composizioni sono ottenute utilizzando indifferentemente il fronte e/o il retro del manifesto. Queste sovrapposizioni di carte lacerate non sono mai casuali, ma eseguite con l’intenzione di ottenere un equilibrio compositivo, con precisi rapporti cromatici e materici. Quando espone il dritto del manifesto, Rotella accentua gli effetti di colore mediante lo spessore dei frammenti incollati, quando espone il retro del manifesto, accentua gli effetti di materia mediante le colorazioni grigie o rossastre lasciate dai muri e dalle intemperie. (T. Trini)
Il gesto di strappare i suoi dècollages, oltre ad essere una chiara ammissione di dissenso nei confronti della pittura tradizionale, è per Rotella il modo di appropriarsi di un aspetto del reale, infatti nel 1961 verrà inserito da Pierre Restany nel gruppo del Nouveau Réalisme.
La mostra alla Fondazione Marconi, allestita sui due piani dello spazio espositivo, presenta al pubblico una selezione di retro-dècollage dall’inizio degli anni Cinquanta ai primi anni Sessanta, tra cui Nebuloso, 1954, Terrestre, 1956, Argentina, 1957, Materico, 1959, fermandosi quindi subito prima che compaia una lacerazione più figurata nelle sue composizioni.
Dopo il 1960 infatti Rotella abbandonerà le opere puramente astratte facendo emergere nei suoi manifesti dettagli di parole, di corpi, di sguardi, di volti, come quello di Marilyn di cui allo Studio Marconi ’65, dove la mostra prosegue, sono presentate alcune litografie.
Nello spazio di via Tadino 17 saranno esposte inoltre diverse operazioni grafiche, fotolito e frottage (tecnica con cui l’immagine è ottenuta sul foglio passando dei solventi sulla pagina stampata), che Rotella realizza negli anni Settanta partendo dalla pubblicità o da immagini trovate sulle riviste.
Mimmo Rotella
Mimmo Rotella nasce a Catanzaro nel 1918. Dopo aver conseguito il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1945 si trasferisce a Roma. Del 1949 è l’invenzione dei primi poemi fonetici che chiama “epistaltici”. Nel 1951-52 l’artista, titolare di una borsa della Fulbright Foundation, risiede all’Università di Kansas City e a partire dal 1953 realizza i suoi primi dècollages, manifesti lacerati secondo “una ricerca che si affida non all’estetica, ma all’imprevisto, agli stessi umori della materia”, come dichiara l’artista. Nel 1955 la sua prima mostra personale come décollagista alla Galleria del Naviglio di Milano.
Nella seconda metà degli anni Cinquanta comincia a dedicarsi al décollage figurativo e successivamente inizia la serie di Cinecittà usando i manifesti cinematografici, sceglie Marilyn Monroe come principale soggetto femminile contribuendo al suo mito e facendone un’icona della sua opera. Nel 1961 viene invitato dal critico Pierre Restany ad aderire al gruppo del Nouveau Réalisme, da lui fondato l’anno precedente. Espone alla Galerie J di Parigi, al Festival du Nouveau Réalisme e alla grande esposizione “The Art of Assemblages” al MOMA di New York. Al 1963 risalgono le sue prime opere di Mec Art.
L’anno successivo la XXXII Biennale di Venezia gli dedica una sala. Nel 1966 espone i suoi primi artypo, prove di stampa tipografiche riportate su tela, al Teatro La Fenice di Venezia e alla Galerie Zunini di Parigi, mentre nel 1970 incomincia a lavorare agli effaçages e ai frottages. Nel 1972 pubblica la sua prima autobiografia, Autorotella, e poco dopo prepara la raccolta dei suoi poemi fonetici. Dopo essersi definitivamente trasferito a Milano, nel 1980, incomincia ad elaborare il blank (copertura), manifesti pubblicitari strappati e ricoperti con strisce monocrome di carta che vengono presentati alla Galerie Denise René di Parigi e allo Studio Marconi di Milano nel 1981. Partecipa alle mostre “Arte Italiana 1960-1982” organizzata alla Hayward Gallery di Londra e nel 1986 alla collettiva “Les Nouveaux Réalistes” al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris.
Nel 1987 realizza le prime sovrapitture, figure, simboli, graffiti su manifesti lacerati ed incollati su lamiere. E’ presente alla mostra “Italian Art in the 20th Century 1900-1988” della Royal Academy di Londra e partecipa a grandi mostre come “Art et Publicité” al Centre Pompidou di Parigi, e “High and Low” al MOMA di New York, “Pop Art” alla Royal Academy di Londra, “Italian Metamorphosis” al Guggenheim Museum di New York. Molte sedi museali gli dedicano importanti antologie e retrospettive, tra le quali si segnalano la mostra del 1999 al Musée d’Art Moderne et Contemporain di Nizza, la sala personale alla Biennale di Venezia del 2001 curata da Harald Szeemann, “Mimmo Rotella. Avenue Rotella” curata da Germano Celant al Museo Tinguely di Basilea e al Palais des Nations Unies di Ginevra nel 2005. L’8 gennaio del 2006 Mimmo Rotella muore a Milano. Il suo lavoro viene ancora presentato in numerose occasioni presso sedi museali prestigiose in Italia e all’estero.
Si ricordi la mostra collettiva Nouveau Réalisme organizzata nel 2007 presso le Galeries Nationales du Grand Palais a Parigi e riproposta presso lo Sprengel Museum di Hannover. Nel 2008 le Scuderie del Quirinale a Roma ospitano la mostra Pop Art 1956-1968, la GAM di Torino invece propone la mostra Collage/Collages dal Cubismo al New Dada; nello stesso anno ricordiamo le mostre Mimmo Rotella. Lamiere, curata da Alberto Fiz, presso il MARCA di Catanzaro e Europop presso la Kunsthaus di Zurigo. Nel 2009 infine, il lavoro di Rotella è esposto in occasione delle mostre Italics. Arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-2008 a cura di Francesco Bonami, presso Palazzo Grassi a Venezia e Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi, presso il PAC di Milano, a cura di Renato Barilli.
Inaugurazione: 19 marzo ore 18.00
Dal 20 marzo al 15 maggio 2013
Via Tadino 15 – 20124 Milano
Tel. 02 29 41 92 32 – fax 02 29 41 72 78
info@fondazionemarconi.org
http://www.fondazionemarconi.org
Inaugurazione: 19 marzo ore 18.00
Durata della mostra: dal 20 marzo al 15 maggio 2013
Da martedì a sabato: ore 10-13 e 15-19
Ingresso gratuito
Ufficio stampa:
Cristina Pariset – tel. 02-4812584 – fax 02 4812486
cell. 348-5109589 cristina.pariset@libero.it
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